Fiore di Bach Acqua di roccia
Acqua di roccia
“Coloro che sono molto severi nel loro modo di vivere. Rifiutano molte gioie e piaceri perché ritengono che questi potrebbero interferire nel loro lavoro. Sono severi maestri con se stessi.
Vogliono essere sani, forti attivi e fanno tutto ciò che stimano necessario per mantenersi tali.
Sperano che il loro esempio inciterà gli altri ad adottare le loro idee per essere migliori.”
– Indicazione di Edward Bach
“Toglietevi le scarpe e gli abiti e lasciate che l’Angelo dell’Acqua vi abbracci”
– dal Vangelo degli Esseni
Rock Water è un’acqua di sorgente curativa, abbandonata al tempo di Bach, verso cui egli indirizzò la sua attenzione.
Anche se l’acqua appartiene al mondo minerale, tuttavia ha una stretta relazione con quello vegetale e possiede quella forza formativa che impronta tutta la vita.
L’acqua di quella sorgente scorreva intorno alle rocce, superandole, oltrepassando gli ostacoli al suo fluire. Nello stesso tempo scioglieva e liberava da ogni inquinamento e rigidità.
Analogamente persone di assetto rigido, dalle idee “poco solubili” ed “adattabili”, severe maestre di se stesse, modellate su comportamenti inflessibili dalla durezza “granitica” possono scoprire la duttilità di Rock Water. Come duttile è la proprietà di un certo metallo che si lascia modificare nella forma e ridurre in fili sottili, nello stesso modo tali persone, a contatto con il rimedio, frammentano e moltiplicano adattivamente le loro prospettive, come la corrente di un ruscello si frammenta in tanti rivoli intorno ai sassi del suo alveo.
L’acqua assorbe i pensieri e gli atteggiamenti degli uomini. Bach ha scelto una sorgente lontana dai templi dell’uomo e informata solo dal tempio della natura. Ciò per mitigare quanti si pongono come esempi illuminanti per gli altri, ma in maniera mentale, teorica e dogmatica, lontana dalla forza vitale dell’amore che permea la natura e il suo “sangue”, l’acqua.
Costoro potranno così “attingere” dal rimedio Rock Water la consapevolezza dell’essere e non la necessità del fare e di anteporre idee.
Nello scritto “I Dodici Guaritori e i Sette Aiuti” pubblicato nel 1934 in una nuova edizione riveduta, Edward Bach a proposito di Rock Water afferma: “Da molto tempo è noto che l’acqua di certi pozzi e di certe sorgenti ha il potere di curare alcune persone, e tali pozzi o sorgenti sono divenuti rinomati per le loro proprietà. Qualsiasi pozzo o sorgente che abbia avuto poteri curativi e che sia rimasto nello stato naturale, non ostacolato dai santuari dell’uomo, può essere usato. Questo rimedio non richiede una lunga esposizione al sole: un’ora circa è sufficiente”.
Appare dunque chiara la peculiarità di Rock Water: in questo caso l’informazione terapeutica viene ricercata e trovata non in un fiore ma nell’acqua di una fonte. Al di là della semplice formula (H2O), sappiamo che tutte le acque sono diverse tra loro non solo per ciò che riguarda il contenuto chimico ma anche e soprattutto per ciò che riguarda l’informazione biofisica. Edward Bach sceglie un’acqua specifica la quale, tra l’altro, ha nella sua storia un contatto continuo, una conoscenza profonda e quindi una grande confidenza con qualcosa che ha la caratteristica esterna della durezza, della rigidità della inamovibilità: la roccia. È quindi un’acqua che sa come interagire con essa, sa come far cambiare ammorbidendo, dinamizzando, smussando, erodendo.
Caratteristiche della persona che si giova di Rock Water
Appaiono chiarissime le parole di Edward Bach per descrivere i soggetti per cui è indicato Rock Water. È possibile individuare alcuni punti chiave. La severità e l’austerità caratterizzano il loro stile di vita. In primo luogo “rifiutano molte gioie e piaceri perché ritengono che questi potrebbero interferire nel loro lavoro”. Il loro rifiuto risuona come un evitamento di e allontanamento da tutto ciò che può generare gioia e piacevolezza. È plausibile ipotizzare che il loro mondo istintuale, libidico, sensuale, ludico, creativo, “erotico” possa essere vissuto come un polo difficilmente gestibile e tale da farli deviare dal “loro lavoro”. D’altra parte forse il “loro lavoro” è stato da questi scelto come parte integrante (socialmente accettabile) di una strategia che ha lo scopo inconscio di tenere a bada gli aspetti pulsionali percepiti come inaccettabili in quanto destabilizzanti per l’integrità del sistema. Questi individui, nella vita quotidiana, evitano divertimenti, letture piacevoli, occasioni mondane, spettacoli televisivi, cinematografici e teatrali se non caratterizzati da contenuti “impegnati” o “didattici”. Anche le vacanze, i cibi particolarmente saporiti, l’attività sessuale, qualsiasi tipo di passatempo potranno essere evitati. Esaminiamo ora quale potrebbe essere il “loro lavoro”; anche in questo ambito potremo trovarci di fronte a svariate situazioni: un corso di studi, una scalata di carriera, un’impresa sportiva, la creazione di un’opera artistica o intellettuale, un percorso spirituale, un impegno in campo sociale, religioso e politico etc. La fuga del piacere tuttavia non basta. Essi infatti “Vogliono essere sani, forti, attivi… fanno tutto ciò che stimano necessario per mantenersi tali”.
Sono dunque soggetti che si sottopongono ad attività, a regimi e a stili di vita salutistici particolarmente severi in cui la componente di sacrificio e privazione è ben marcata e l’appagamento sensuale è rigidamente evitato.
Dal punto di vista dell’aspetto fisico e del linguaggio non verbale, spesso ci troviamo di fronte a persone che si presentano con un atteggiamento serioso e possono apparire formali, riservate, educate e compassate. La gesticolazione e la mimica facciale indica un controllo delle emozioni e dei sentimenti. La postura è composta ed è sottoposta a controllo e contenimento. L’andatura è lenta. L’eloquio fluisce anch’esso senza variazioni improvvise di tono, di altezza, di velocità. Parlano con un linguaggio forbito, il contenuto della comunicazione riguarda argomenti seri e vi possono essere veicolati messaggi con intenti pedagogici, didascalici; in alcuni casi estremi vengono assunti atteggiamenti ieratici. È interessante rilevare le caratteristiche dell’abbigliamento: può essere classico, oppure semplice, elegante ma sobrio; non c’è spazio per colori sgargianti, per accostamenti azzardati, per eccessi di alcun tipo; non traspare creatività. Insomma sono persone che si controllano molto anche perché “Sperano che il loro esempio inciterà gli altri ad adottare le loro idee per essere migliori”. Quindi per loro è importante apparire morigerate, serie, sagge, colte, efficienti, in buona forma fisica, coerenti con ciò che ritengono sia giusto fare, moderati e irreprensibili.
Colpisce di queste persone una sottile, a volte evidente, mancanza di agio esistenziale, una difficoltà e artificiosità nel rapporto con se stesse e con gli altri. L’espressione degli occhi appare più o meno incongruente con l’immagine che si vorrebbe dare di sé; si coglie infatti un fondo di tristezza, di rassegnazione, di insoddisfazione. In alcuni casi addirittura la persona trasmette una sensazione di grigiore, appare smunta, malsana a dispetto di diete, attività fisica e assenza di abitudini voluttuarie.
I bambini con una modalità Rock Water sono caratterizzati da una tendenza a distinguersi dai coetanei in virtù dei loro interessi; sono meno orientati verso i giochi e più verso argomenti culturali e scientifici. Sono poco attratti da cibi e dagli alimenti voluttuari, tipici di quell’età (caramelle, dolci, cioccolata, gelati etc). Il loro aspetto è ordinato e serioso; svolgono i compiti assegnati con scrupolosità e impegno ben contenti di essere additati come esempio per i loro compagni. Pur non stigmatizzando il loro comportamento e atteggiamento è utile comprenderlo, senza però rinforzarlo. Sarà opportuno agevolare una loro maggiore presa di contatto con il loro mondo delle emozioni e dei desideri.
Rock Water nella relazione terapeuta-paziente Differenze e associazioni con altri rimedi
Questi soggetti si presenteranno come persone particolarmente corrette, educate, colte, apparentemente collaborative, ma con una decisa tendenza a trincerarsi dietro le loro difese abituali che li tengono lontani da quel mondo “oscuro”, con cui probabilmente hanno paura di confrontarsi. Anche con il terapeuta si porranno come persone che con l’esempio vogliono far migliorare l’altro. Tutto ciò può essere mirato ad una strategia di mantenimento dello status quo, di resistenza ad ogni possibile cambiamento.
Differenze e associazioni con altri rimedi
La differenza che occorre sottolineare è quella con i rimedi Beech, Vervain e Vine. I pazienti che si giovano di Rock Water come le persone che corrispondono a Beech, Vervain e Vine partono dal presupposto che le “loro idee” siano le migliori e si arroccano su dogmi e ideologie. Il soggetto che corrisponde alla descrizione di Rock Water tende però a condurre gli altri sulle proprie posizioni, non attraverso una diretta e attiva imposizione e/o critica, ma utilizzando l’arma dell’esempio.
In alcuni casi è possibile riscontrare che in questi soggetti, in seguito alla diminuzione della rigidità delle difese, possano emergere paure relative al rimedio Cherry Plum o vissuti per cui occorre utilizzare Crab Apple, in quanto ciò che non è più tenuto sotto controllo può essere percepito come “sporco”.
Caso clinico
All’epoca del primo colloquio Ernesto aveva circa 18 anni e frequentava l’ultimo anno di un liceo scientifico. Fu proprio nell’ambito del consultorio
medico scolastico che avvennero la maggior parte dei colloqui. Un suo insegnante e la madre, venuti in precedenza a colloquio, avevano espresso i loro punti di vista e le loro preoccupazioni. Il ragazzo appariva loro depresso, mostrava difficoltà di comunicazione con il resto della classe. Nell’anno scolastico in corso, aveva diminuito notevolmente il suo rendimento. In particolare, la madre aveva esposto la sua situazione di coppia caratterizzata da una notevole insoddisfazione dovuta, a suo dire, a una scarsa sintonia con il marito, considerato ancora troppo invischiato con la famiglia di origine. Questi incontri preliminari erano stati motivati anche dal fatto che sia la madre che l’insegnante ritenevano che difficilmente il ragazzo avrebbe accettato una serie di colloqui e quindi il terapeuta doveva essere informato della difficoltà del caso. Inoltre, essi stessi volevano rendersi conto se il medico fosse idoneo a trattare un caso che loro ritenevano difficile.
Ernesto appariva come un ragazzo di bell’aspetto, ma con un’espressione del viso triste, un po’ assente, distaccata. Sembrava essere avvolto da una sorta di nebbia che lo isolava dal resto del mondo. Il suo aspetto, i suoi modi compassati ed educati lasciavano comunque trasparire un vissuto di profonda insoddisfazione, amarezza e forse anche rabbia.
La sua prima comunicazione fu relativa al problema dell’insonnia: egli stesso collegò questo stato con una totale astinenza sessuale che lui stesso aveva deciso di imporsi. Affermò infatti che da 243 giorni non si masturbava. Era inoltre preoccupato del fatto che qualche volta avvenivano involontarie polluzioni notturne e che queste potessero essere considerate come una infrazione e interruzione dell’astinenza sessuale. Ci trovavamo di fronte quindi a una situazione di “counseling” in ambito scolastico, ma che proponeva importanti aspetti clinici. I tempi possibili di trattamento sarebbero stati limitati, poiché il primo incontro avveniva alla fine di febbraio e l’anno scolastico sarebbe terminato verso metà giugno. Occorreva, in primo luogo, tener presente le richieste relative alla situazione scolastica: un ripristino di buoni livelli di profitto in funzione degli esami di maturità, un miglioramento dei rapporti con i compagni di classe. Altresì era fondamentale lavorare sugli aspetti più prettamente “clinici” che riguardavano Ernesto come persona. Decidemmo di incontrarci ogni settimana, per circa un’ora, presso il consultorio medico della scuola. Molto del lavoro iniziale fu mirato alla questione dell’astinenza sessuale. Occorreva inquadrarla sviscerandone i significati e integrarla dandogli un senso in ordine alle questioni più generali che riguardavano l’esistenza di Ernesto.
La proposta dell’utilizzo dei fiori di Bach e di altri rimedi naturali fu accolta favorevolmente dal ragazzo. A partire dai significati dell’autoimposizione dell’astinenza sessuale fu prescritto un “mélange” di rimedi in cui era contenuto Rock Water. La scelta dell’astinenza infatti era, in parte. motivata dall’obiettivo di fornire una sorta di buon esempio, in un mondo da lui definito corrotto, lascivo ed eccessivamente materialista. Fu inserito anche Larch poiché Ernesto, attraverso il rigore dell’astinenza, intendeva compensare il suo sentimento di inferiorità nei confronti dei suoi coetanei. Sottoponendosi a questa privazione, avrebbe dimostrato a se stesso e agli altri di essere dotato di una grande forza di volontà, di eccellere (quantomeno in questo) rispetto agli altri ragazzi e di non essere da meno nei confronti del padre, fautore di “filosofie orientali”. Oltre al senso di inferiorità era presente anche paura degli altri e quindi fu utilizzato Mimulus; una certa tendenza a proiettarsi idealisticamente nel futuro motivò la scelta di Clematis. Completò la prima prescrizione Gentian a causa del senso di scoraggiamento che lo accompagnava, soprattutto dopo gli insuccessi scolastici.
A mano a mano che i colloqui procedevano fu sempre confermata la prescrizione di Rock Water e furono introdotti in varie combinazioni Pine, Crab Apple, Oak e Cherry Plum. Ernesto quasi subito smise di sottoporsi ad astinenza sessuale e cominciò a frequentare una palestra. In seguito a colloqui mirati sull’argomento migliorò il suo vissuto nei confronti dei compagni di classe e dei coetanei in generale. Terminata la scuola proseguì i colloqui presso lo studio privato del terapeuta. I colloqui terminarono alla fine di luglio. La maturità fu superata brillantemente. Fu effettuato, a partire da settembre, qualche incontro in concomitanza delle prove per entrare nell’esercito come allievo maresciallo. Vinse il concorso con merito. Successivamente il terapeuta fu informato, dallo stesso Ernesto, che egli, dopo un anno, era riuscito a superare anche il concorso come allievo ufficiale dell’esercito ed era stato quindi ammesso con sua grande soddisfazione all’Accademia Militare di Modena.
Armonizzazione dello stato Rock Water
Questa storia indica la possibilità che, attraverso l’uso di Rock Water, sia realizzabile la comprensione delle cause di alcuni atteggiamenti eccessivamente rigidi, dogmatici e auto deprivanti. Ciò è il presupposto per addolcire, smussare e sublimare queste caratteristiche, trasformandole in qualità personalmente e socialmente utili quali ad esempio la perseveranza, la scrupolosità, la disciplina, l’attenzione serena per la propria salute senza una rinuncia a ciò che è divertimento e piacevolezza.
Tale evoluzione si attua con efficacia nell’ambito di un Counseling Floriterapeutico, a sua volta inserito nel percorso della NeuroRiflessoTerapia personalizzata.
N.B. Per usufruire di una spiegazione completa sulla NeuroRiflessoTerapia personalizzata si può consultare il sito www.neuroriflessoterapiaroma.it; per ricevere, inoltre, informazioni direttamente dal Dott. Michele Iannelli e parlare del proprio caso personale si può telefonare al 3386151031; lasciando un messaggio in segreteria telefonica si verrà ricontattati.
N.B. Per usufruire di una spiegazione completa sulla NeuroRiflessoTerapia personalizzata si può consultare il sito www.neuroriflessoterapiaroma.it; per ricevere, inoltre, informazioni direttamente dal Dott. Michele Iannelli e parlare del proprio caso personale si può telefonare al 3386151031; lasciando un messaggio in segreteria telefonica si verrà ricontattati.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it