Che cosa è lo starnuto

Lo starnuto è una fisiologica risposta dell’organismo; esso insorge, automatico e involontario, a un determinato stimolo.
Consiste in una o più profonde inspirazioni che hanno lo scopo di immagazzinare una grossa riserva di aria nei polmoni per poi espellerla in modo immediato.
Questo processo avviene a seguito della stimolazione delle fibre sensitive del nervo trigemino presenti nella mucosa delle cavità nasali e della parte superiore delle alte vie respiratorie.
Il fine ultimo dello starnuto è l’eliminazione della causa che ha dato origine allo stimolo della mucosa nasale; ciò avviene, appunto, attraverso l’emissione di aria e di fluidi.
La sua realizzazione si attua, in buona misura, grazie alla contrazione coordinata della muscolatura laringea, faringea, diaframmatica e dei muscoli intercostali; nell’azione di starnutazione sono coinvolti anche i muscoli del collo e delle spalle.
Gli studi sullo starnuto hanno stabilito che, attraverso esso, l’essere umano riesce a eliminare all’esterno ben quarantamila goccioline alla velocità media di 200 km orari con punte massime di 320 km all’ora. La maggior parte delle particelle espulse ha una dimensione minore ai 100 micron, ossia inferiore al diametro di un capello umano.

A cosa serve è lo starnuto

La preziosa funzione dello starnuto è espellere, grazie all’attivazione coordinata delle vie aeree e di alcuni muscoli, elementi patogeni (tossine): virus, batteri, piccoli corpi estranei, molecole irritanti e allergizzanti.
Secondo la Medicina Tradizionale Ayurvedica e in un’ottica PsicoNeuroEndocrinoImmunoSomatologica, lo starnuto ha effetti che vanno al di là di una sia pur ottima eliminazione di tossine; lo starnuto avrebbe, infatti, un’azione corroborante e riequilibrante dell’intero organismo.

Mai trattenere lo starnuto!

Trattenere lo starnuto, oltre a non avvalersi dei notevoli benefici testé illustrati, presenta altre rilevanti contro indicazioni.
Come già detto, per far sì che avvenga lo starnuto occorre che si crei un forte rialzo della pressione dell’aria nelle vie aeree inferiori; essa diminuisce immediatamente attraverso la sua emissione esplosiva e l’espulsione di “goccioline” (contenenti, appunto, virus, batteri, piccoli corpi estranei, molecole irritanti e allergizzanti), attraverso la bocca e il naso.
Se si blocca lo scarico tipico dello starnuto, permane, perciò, il forte aumento della pressione dell’aria; ciò si ripercuote negativamente su gli occhi, il naso, le orecchie, del diaframma, il tratto cervicale della colonna vertebrale, l’apparato circolatorio e il cervello. Pertanto, un’abitudine inveterata a reprimere gli starnuti può, alla lunga e insieme ad altre concause, essere motivo di danneggiamento delle funzioni esercitate da queste strutture corporee.

Meccanismi psicologici del trattenimento dello starnuto

Sono varie e a volte intricate le strade consce e/o inconsce che portano alcune persone a reprimere lo starnuto.
Spesso si riscontra una forte tendenza generalizzata a frenare i propri impulsi naturali e istintuali per il timore di perdere il controllo (vedi rimedio Floriterapeutico Cherry Plum).
A volte sussiste il timore di infettare i propri cari o gli altri in genere (vedi rimedio Floriterapeutico Red Chestnut).
In alcuni casi è presente il timore di essere giudicati male dagli altri e/o il bisogno di apparire a se stessi e al contorno sociale sempre perfetti e irreprensibili.
N.B. Attenzione! Potrebbe fare molto male scusarsi eccessivamente per aver starnutito sulla testa di qualcuno, come succede nella storia di un impiegato raccontata dal grande scrittore e drammaturgo russo Anton Pavlovič Čechov. Per saperne di più si ascolti il video sottostante.

DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it

PSICOLOGIA DELLO STARNUTO: MAI TRATTENERLO! ultima modifica: 2019-11-20T10:20:06+01:00 da Dott Michele Iannelli
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