“Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce.”
– Platone
Alcune persone tendono a giustificate i propri stati esistenziali insoddisfacenti o decisamente infelici con la “sfortuna“, le congiunzioni “astrologiche” avverse oppure con un concetto di “carattere” come modalità dell’esistere predeterminata geneticamente; c’è anche qualcuno che, persino, si dichiara certo che tutto dipende da presunte “vite passate”. Insomma. una serie di alibi per motivare la loro condizione di vita negativa, per rimandare qualsiasi progetto attivo di cambiamento e per giustificare la loro passività attraverso la credenza di un destino infausto rispetto al quale si è impotenti.
Una buona notizia per tutti! Non siamo vittime di un destino crudele, ma, eventualmente, di noi stessi.
Una quantità notevolissima di osservazioni cliniche e di studi scientifici evidenziano che la nostra esistenza non è predeterminata dal patrimonio genetico. Questa è senza dubbio una buona notizia per tutti; anche per quei pigroni che ristagnano in una condizione di pseudo confort dolorosa e asfissiante.
Infatti, i principali fattori complessi e inconsci che ci penalizzano e ci fanno soffrire, (conflitti interni, strategie di sopravvivenza, tattiche difensive e dogmi) li abbiamo gradualmente costruiti e modellati noi stessi, il più delle volte senza rendercene conto. Sono questi, in buona sostanza, i generatori di una interazione disfunzionale con la realtà (interiore ed esteriore) che impediscono un attento ascolto del Vero Sé e, quindi, ostacolano e bloccano le potenzialità per operare scelte e azioni congrue e, dunque, salutari.
La buona notizia è, perciò, che se siamo stati noi a edificare le nostre gabbie possiamo essere noi stessi a riacquistare la libertà attraverso l’autoconsapevolezza.
L’ottica epigenetica per essere protagonisti della propria vita
La parola epigenetica deriva dal greco e indica un concetto che si pone sopra e oltre la genetica. La medicina epigenetica si occupa, infatti, di studiare i fattori e i meccanismi che influenzano l’espressione del nostro patrimonio genetico.
In buona sostanza, il punto di vista epigenetico ribalta, in modo pressoché totale, l’idea secondo la quale la nostra vita sarebbe predeterminata dal nostro DNA; al contrario, sono le nostre “scelte” esistenziali a determinare l’attivazione o la disattivazione di porzioni del nostro genoma e in virtù di questi meccanismi si da la stura a eventi positivi (ad esempio un buon livello di assertività e determinazione) o a eventi negativi ( per esempio l’insorgenza di una neoplasia maligna).
Insomma, il nostro modo di vedere noi stessi e il mondo esterno, la coerenza o meno tra quello che facciamo e le nostre vocazioni, la qualità del nutrimento del nostro corpo e della nostra anima, una buona dose di movimento, etc influenzano in modo determinante l’attivazione o la disattivazione dei nostri geni e tutto l’asse PsicoNeuroEndocrinoImmunoSomatico (P.N.E.I.S.)..
Se, cioè, (facendo un esempio semplice ma fondamentale) abbiamo una buona autostima attiveremo meccanismi che, incidendo sul patrimonio genetico e sulla P.N.E.I.S., produrranno circoli virtuosi salutogenetici; se, invece, c’è una scarsa o nulla considerazione verso se stessi si stimolerà il nostro patrimonio genetico e la P.N.E.I.S. a produrre circoli viziosi patogenetici.
A proposito di questo paradigma, concreto e verosimile, che ci notifica che ognuno di noi ha l’opportunità di modificare la propria espressione genica e di autodeterminarsi la qualità della vita, vengono in mente due proverbi che, come spesso accade, anticipano la scienza:
- Chi è causa del suo mal pianga se stesso
- Aiutati che Dio ti aiuta
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
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