In che modo sarebbe considerato un automobilista che, al lampeggiare della spia della benzina, invece di recarsi da un distributore, pensasse di risolvere la cosa prendendo a martellate il cruscotto fino a che la lampadina gialla si spegne? Verrebbe ritenuto un folle a furor di popolo! Se questa irragionevole operazione appare bizzarra e dannosa per le automobili a maggior ragione lo è nel caso degli esseri umani. L’impiego scriteriato dei farmaci di sintesi sopprime, infatti, i preziosi segnali del sistema-uomo e lo danneggia intossicandolo. Il medico che lo fa dimostra, dunque, la stessa dissennatezza dell’automobilista sconsiderato di cui sopra. Nel nostro Paese, in questi ultimi mesi, pare che il buonsenso sia, finalmente, tornato al potere; bisogna, dunque, approfittarne e spingere il piede sull’acceleratore per far si che l’articolo 32 della Costituzione trovi una concreta l’applicazione. Esso tutela la promozione de “la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività“ e, quindi, è opportuno adoperarsi affinché diventi realtà anche attraverso una Medicina del buonsenso.
L’identikit della Medicina del buonsenso
Delineare una fisionomia della Medicina del buonsenso induce, in primo luogo, a fare chiarezza su alcuni modelli teorici e varie etichette. Pur partendo dal sano presupposto che la medicina è solamente una, cioè quella che fa l’interesse del paziente e non delle multinazionali del farmaco, occorre prendere atto che, a torto o a ragione che sia, alla parola medicina vengono aggiunte molte qualificazioni. È opportuno, così, esaminare i seguenti appellativi di maggior buon senso: Medicina Olistica, Medicina Naturale, Medicina Biologica, Medicina Umanistica, Medicina Preventiva e Medicina per la Salutogenesi, Queste denominazioni, pur essendo da considerarsi in qualche modo affini, si differenziano tra loro perché ognuna di esse pone in rilievo una sfaccettatura peculiare del concetto di Medicina del buonsenso.
Medicina Olistica
L’impostazione della Medicina Olistica evidenzia un presupposto basilare della Medicina del buonsenso: l’essere umano è considerato nella sua globalità BioPsicoSociale; cioè un holos (parola greca traducibile con il concetto di sistema globale) da cui il nome di Medicina Olistica. L’uomo è, dunque, un’organizzazione complessa, di natura biochimica ma soprattutto biofisica, nella quale tutto è collegato e interagisce con tutto e nella quale si può ravvisare un circuito Psico-Neuro-Endocrino-Immuno-Somatologico.
Medicina Naturale e Medicina Biologica
Medicina Naturale e Medicina Biologica segnalano due aspetti, in parte sovrapponibili, della Medicina del buonsenso: il primo, l’utilizzo di risorse terapeutiche e salutari naturali (le mani, la parola, il mondo vegetale, gli elementi nutrizionali etc); la seconda il rispetto e la conoscenza delle leggi e della logica che regolano la vita (appunto Medicina Bio-logica).
Medicina Umanistica
La Medicina del buonsenso non può che essere Umanistica perché è una Medicina dell’essere umano e per l’essere umano; una medicina in cui emerge una visione dell’uomo più realistica e ampia: una visione fondata sulla soggettività e centralità di ogni persona, sul rispetto della libertà e della dignità individuale e sociale, sulla valorizzazione della relazione tra medico e paziente, sulla personalizzazione della terapia e sul ritenere, quindi, che ogni essere umano sia un’irripetibile individualità che, tra l’altro, tende verso una maggiore complessità e consapevolezza.
Medicina Preventiva
Un vecchio adagio dice che Prevenire è meglio che curare: nulla di più sensato e, dunque, nulla di più risonante con la Medicina del buonsenso! La prevenzione primaria ha l’obiettivo di evitare tutti quei fattori dannosi alla salute: per esempio, l’inquinamento ambientale, il tabagismo, l’uso eccessivo di bevande alcoliche, i fattori di insicurezza nei posti di lavoro e sulle strade, un’alimentazione errata etc. La prevenzione secondaria, consiste nella individuazione precoce e tempestiva di stati patologici e rappresenta anch’essa una attività medica di grande importanza. Occorre evitare sprechi mirando in modo oculato le indagini diagnostiche e inserendo anche quelle tecniche che permettono di ottenere importanti informazioni che riguardano gli aspetti globali e complessi dell’essere umano (come, per esempio, il Mineralogramma, l’Organometria funzionale e la Kinesiologia applicata). Infine la prevenzione terziaria, che riguarda gli interventi terapeutici e riabilitativi.
Medicina per la salutogenesi
La nozione di salutogenesi, in questa proposta di nuovi ma antichi paradigmi verso una Medicina del buonsenso, è di certo quella più rilevante, anche perché è l’ambito di gran lunga più trascurato dal Sistema Sanitario Nazionale e dal sistema-nazione in generale. Che cos’è la Salutogenesi? È un’innovativa ottica che, nell’ambito della medicina e della psicologia, si occupa di studiare le fonti della salute fisica, psichica e spirituale. La salutogenesi si occupa, quindi, delle “cause della salute”, di “ciò che fa bene” diversamente dalla prevenzione primaria che provvede a evitare e/o eliminare i fattori che sono causa di malattia. E’ opportuno che la salutogenesi vada a integrare la prevenzione primaria ampliando così gli orizzonti e le possibilità concreta di implementare la qualità della vita della popolazione. Il trasferimento di attenzione, di risorse finanziarie e umane sulla salutogenesi e la prevenzione primaria produrrebbe in tempi relativamente brevi un circolo virtuoso che non solo determinerebbe un miglioramento netto della qualità della vita, ma anche minori costi per l’intera società grazie a uno sgravio notevole sulle fasi di prevenzione secondaria e terziaria.
Ulteriori tasselli dell’identikit della Medicina del buonsenso
La Medicina del Buonsenso deve formare il personale sanitario in modo tale da sia capace di instaurare con il paziente un rapporto caratterizzato da accoglienza, empatia, ascolto attivo e compartecipazione; deve essere di provata efficacia e innocuità. Può e deve essere una medicina economica in quanto non provocante danni iatrogeni; poiché le sue pratiche e i processi di produzione e di applicazione non sono inquinanti; non deve produrre costi derivanti da l’azione criminale e criminogena di cui spesso si macchia l’inganno letale delle multinazionali del farmaco.
Le terapie della Medicina del buonsenso
Sulla base di quanto detto si possono citare tali terapia suddividendolo in tre categorie principali:
- Terapie della parola e della relazione: Psicoterapie e Counseling, nelle quali sono comprese tutte le possibili diversificazioni derivanti dalle svariate applicazioni e impostazioni teorico-metodologiche.
- Terapie manuali: un campo immenso in cui citiamo le varie forme di massoterapia, riflessologia della mano, fisioterapia, osteopatia, chiropratica etc.
- Terapie mediche naturali: NeuroRiflessoTerapia personalizzata, Omeopatia, Omotossicologia, Floriterapia di Bach, Nutraceutica, Probiotica, Fitoterapia, Terapia fisiologica di regolazione, Agopuntura, Termalismo etc.
In conclusione ribadiamo che una Medicina del buonsenso così intesa ha il pregio di sbarrare, inevitabilmente, il passo a “Big Pharma” cioè al cartello che riunisce le più grandi multinazionali del farmaco di sintesi e che, dal dopoguerra a oggi ha tentato, riuscendoci il più delle volte, di trasformare la salute in uno dei mercati più lucrosi dove imporre i suoi prodotti costosi, inquinanti, intossicanti, soppressori dei naturali processi biologici e addormentatori delle coscienze.