Le “buone” e le “cattive vibrazioni” sono fantasia o realtà?
“Ci sono tra cielo e terra molte più cose, Orazio, di cui tu ti possa immaginare”
– da “Amleto” di William Shakespeare (1564-1616)
Esperienze personali
ALBERGHI E APPARTAMENTI
Nei miei numerosissimi viaggi per lavoro o turismo, a cominciare dall’età di 30 anni circa, ho iniziato a percepire consapevolmente che gli alberghi nei quali alloggiavo non erano tutti uguali; ovvio, si direbbe! Io, però, non mi riferisco, in quest’articolo, all’aspetto estetico e al servizio; c’è qualcosa di più impalpabile e indefinibile, ma molto rilevante, che influisce, in modo considerevole, sulla gradevolezza del mio soggiorno.
Sin dall’inizio delle percezioni, ho definito questo “non so che” come “identità bioenergetica”. Sulla base di questa sensazione, catalogo scherzosamente (ma non troppo) gli alberghi in tre categorie principali: quelli “infernali” (fortunatamente rari), i “neutri” (la maggioranza) e i “paradisiaci” (una minoranza, ma superiore agli “infernali”).
Questo vale, in buona parte, anche per appartamenti, negozi e luoghi di lavoro che ho frequentato. Ricordo come “infernale” una sala a Bergamo dove tenni per una intera giornata una lezione di Floriterapia di Bach, mentre in una sala di un albergo di Genova (sempre per una giornata di lezione), provai la deliziosa sensazione di essere all’interno di un enorme cofanetto di oro zecchino.
TORINO: UNA CITTA’ CHE CAMBIA LA SUA “IDENTITA BIOENERGETICA” PER AVER OSPITATO LE OLIMPIADI INVERNALI?
Torino è una città con un centro storico molto bello; negli anni 90 e nei primi anni del 2000, ciò nonostante, in tutti i casi in cui mi ci ero recato per insegnare, mi ero sentito leggermente oppresso da un’atmosfera cupa.
Nel 2006, si svolgono a Torino le Olimpiadi invernali; l’anno dopo vi torno: tutto mi sembra cambiato. Ciò che trovo di nuovo è una luminosità (nel senso bioenergetico del termine) che, magicamente, ha sostituito il sentore di fosco che avevo avvertito in passato. In prima battuta penso che si tratti di una mia personale percezione dovuta chissà a che cosa, ma mi devo ricredere. Infatti, nell’intervallo della lezione, vado a pranzo con un collega torinese e gli confido questa mia sensazione; lui mi risponde che in tanti se ne è accorti che, con le Olimpiadi, Torino è diventata una città “luminosa”.
LE COMMESSE SI AMMALANO PER DAVVERO
Alcuni anni or sono, sia pur raramente, andavo a fare delle compere in un grande magazzino convenzionato con l’Ordine dei Medici di Roma. Percepii immediatamente che, al di là delle luci al neon, (per me, già di per loro, insopportabili) c’era qualcosa di più forte che mi metteva a disagio; qualcosa di sottile che avvolgeva e permeava il mio essere e che provocava la voglia di uscire al più presto da quell’enorme luogo.
Una volta (e, a quel punto, fu l’ultima volta che misi piede in quel postaccio) chiesi, a una commessa che mi stava servendo: “Ma come fate a lavorare in un posto del genere? Io le volte che vengo non vedo di uscirne.”; la signora mi rispose con un velo di tristezza e rassegnazione: “Caro dottore, qui ci siamo ammalate tutte! Non c’è stata nessuna persona che dopo un po’ di tempo che lavorava qui non si è presa qualcosa di importante; io, per esempio, da qualche anno, soffro di una forma di ipertensione che nessun medico riesce a controllare.” Ancora una volta ciò che avevo percepito corrispondeva a una realtà concreta!
L’ABBAZIA E MONACO DI BAVIERA
Visito Monaco di Baviera nel 2017, l’anno successivo “Monocle”, rivista che si occupa di stili di vita nelle città, nomina Monaco di Baviera la città più vivibile del mondo nel 2018.
Durante la mia visita, non solo avevo apprezzato la bellezza, la funzionalità, l’opulenza e l’acqua del rubinetto (che viene considerata la più buona del mondo) di questa città, ma mi ero sentito continuamente accarezzato da un “energia positiva” che sembrava scaturire dalla terra. Tornato in Italia, approfondisco e scopro che Monaco (Munich) si chiama così perché nasce da un accampamento militare che, nel 1158, si installa nelle immediate vicinanze di una Abbazia; questo indizio si collega subito, dentro di me, alla Geomanzia francese cioè quel’arte, di cui erano a conoscenza anche alcuni monaci, di saper individuare i territori migliori, da un punto di vista bioenergetico, per edificare. Anche in questo caso qualcosa di rilevante supportava le mie percezioni.
GORIZIA E LE STREGHE BIANCHE
Io dormo generalmente bene, ma una dormita a Gorizia, ospite a casa di una mia parente, è stata memorabile. Mi sono svegliato con la netta e benefica sensazione di essere stato coccolato durante la notte. A colazione ne parlo con la mia parente e lei mi dice: “Questa strada è nota per essere stata sede, nel Medio Evo, delle abitazioni e dei laboratori delle Streghe Bianche (cioè votate a fare del bene). Probabilmente sono venute a trovarti.”
Una considerazione sussurrata
L’argomento trattato è immenso e controverso perché riguarda il non visibile, ma allo stesso tempo, probabilmente, esistente e con effetti consistenti sulla nostra vita. Negli anni 70 del secolo scorso, un filosofo francese, intervistato da una notissima rivista italiana, paragonava la ricerca scientifica a una lenta e faticosa scalata di una altissima montagna; ma, a suo parere, quando gli scienziati sarebbero arrivati alla sua cima avrebbero avuto una clamorosa sorpresa: gli antichi sapienti e mistici già lì da millenni; ormai credo che la Fisica e la Medicina Quantistica stiamo dimostrando le buone ragioni di quanto affermato da questo filosofo della scienza.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
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