Dismorfofobia:
l’ossessione per i difetti corporei
Introduzione
Per Dismorfofobia, denominata anche Disturbo da Dismorfismo Corporeo, si intende uno stato patologico contraddistinto da una pressoché continua e fortissima inquietudine per i “propri difetti corporei”; il nocciolo essenziale di questo disturbo è che, però, tali anomalie somatiche nella realtà risultano inesistenti o irrisorie a fronte di ciò che, invece, è percepito e vissuto con angoscia dalla persona.
Il naso, i capelli, il seno, la bocca, le orecchie, la cute, gli arti inferiori, la struttura muscolare, l’addome, i glutei, il pene e i testicoli sono (spesso singolarmente o a volte due o tre assieme) i principali distretti corporei che la persona, affetta da tale mal-essere, ravvisa come estremamente difformi da una idea di normalità e/o di perfezione estetica.
Quest’alterata percezione del proprio corpo determina un fortissimo distress che mette in atto un circolo vizioso che tende a cronicizzare e aggravare lo stato di sofferenza; infatti, nelle persone affette da Dismorfofobia i pensieri, i condizionamenti, gli stati d’animo e i comportamenti sono a tal punto disagevoli, pervasivi e disfunzionali da ripercuotersi negativamente sulla vita sociale, relazionale, scolastica e lavorativa.
Inoltre, è bene precisare che la parola Dismorfofobia si riferisce a un concetto teorico, mentre la persona che soffre è un reale individuo caratterizzato dalla sua unicità.
Se è vero, appunto, che più persone presentano una sindrome più o meno simile definibile come Dismorfofobia, è ancor più vero che ognuna di queste persone ha una costituzione, una storia esistenziale, uno stato di salute complessivo, dei meccanismi etiopatogenetici peculiari e, di conseguenza, dei bisogni terapeutici specifici e, necessariamente, da personalizzare.
L’ossessione per i difetti corporei: manifestazioni cliniche
L’elemento più appariscente di questa patologia è, dunque, che la persona nega l’assenza o l’irrilevanza del difetto corporeo di cui si sente portatore; è, quindi, illusoriamente, certa che correggendo il difetto fisico (inesistente o trascurabile) potrà finalmente vivere serena; pertanto, quasi sempre, va alla ricerca di una vana soluzione medica e/o chirurgica raccogliendo, invece, ulteriori motivi di avvilimento.
Come è facilmente intuibile, la persona dismorfobica, non trae alcun beneficio dalle rassicurazioni provenienti da amici, parenti, conoscenti e operatori sanitari. Neppure evidenti, autentiche e corpose esperienze gratificanti e/o riconoscimenti meritati servono a tranquillizzarla; anzi, a volte, si mettono in atto meccanismi psicologici proiettivi per cui ha la netta e dolorosa sensazione di essere sottoposta da parte degli altri a critiche e sbeffeggiamenti nei confronti dei suoi “fantasmatici” difetti fisici.
Spesso è anche presente la tendenza, più o meno continua, a fare confronti tra la sua condizione e la apparenza corporea degli altri che viene considerata di gran lunga migliore. Chi soffre di dismorfofobia può, pertanto, arrivare a evitare il più possibile i contatti sociali al punto di uscire di casa solo quando è buio.
Per mascherare il “difetto” vengono attuati comportamenti rigidi ripetitivi come il mantenere posture fisse, controllare allo specchio il proprio aspetto, dedicare ogni giorno molto tempo al trucco o alla pettinatura, usare vestiti che coprono “i difetti” senza peraltro raggiungere mai una vera e sufficiente soddisfazione.
L’età d’insorgenza spesso è precoce (10-15 anni). Maschi e femmine ne sono colpiti con modalità cliniche e frequenza analoghe. La diagnosi è, invece, spesso più tardiva a causa della scarsa consapevolezza, del notevole riserbo e della vergogna che le persone affette da questo mal-essere provano nel parlare del loro problema. La Dismorfofobia se non trattata terapeuticamente in modo serio e appropriato tende a peggiorare e spesso questi pazienti scivolano verso uno stato di ansia e di depressione costante e cospicuo.
Origini esistenziali della Disformofobia
Anche nel caso della dismorfofobia le origini del mal-essere vanno ricercate nelle criticità che hanno caratterizzato il rapporto con i genitori nell’infanzia e durante l’adolescenza. La persona sarà, così, indotta inconsciamente, a partire dalle sue “ferite dell’anima”, a creare una serie di credenze dogmatiche e a mettere in atto un insieme intricato, complesso e variegato di tattiche e strategie difensive e di sopravvivenza.
Tutto ciò si concretizza, in buona sostanza, nello “star male“ in relazione con se stessi e con gli altri; difatti, divenendo vittime di interferenze e autointerferenze, ci si è allontanati dalla propria “essenza” sana e genuina, quella che Edward Bach, medico gallese fondatore della Floriterapia definiva “Vero Sé”.
La NeuroRiflessoTerapia personalizzata: prima ed eccellente fase di una strategia terapeutica della Disformofobia
PRIMO CONTATTO CON IL PAZIENTE
La dismorfofobia è, quindi, una sorta di rimozione di vissuti negativi che sono “somatizzati” in una ossessiva, immaginaria e dolorosissima convinzione di presentare “uno o più difetti fisici”. Nella quasi totalità dei casi, pertanto, si riscontra un convinto rifiuto che la sofferenza abbia radici intrapsichiche e relazionali.
Il primo concetto che deve, per questo motivo, tener presente il medico che vuole curare seriamente la persona dismorfobica è l’evitare qualsiasi affermazione, espressione non verbale e paraverbale o atto che vada nella linea del negare o sminuire l’esistenza del problema estetico; né tanto meno proporre in prima battuta una psicoterapia e/o psicofarmaci; il/la paziente, infatti, “fuggirebbe” immediatamente alla ricerca vana di un altro medico. Al contrario, è molto opportuno che il terapeuta si metta empaticamente “nei panni” della persona e trasmetta una genuina accettazione e condivisione.
Fatta questa indispensabile premessa, analizziamo di seguito che cosa è e come e perché la NeuroRiflessoTerapia personalizzata possa rappresentare una prima ed eccellente fase di una strategia terapeutica della Disformofobia.
CHE COSA È LA NEURORIFLESSOTERAPIA PERSONALIZZATA?
La NeuroRiflessoTerapia personalizzata consiste nell’applicazione su determinate aree della pelle di impulsi di natura meccanica, biochimica e fisica. L’aspetto straordinario di tal genere di medicina è che, attraverso questi stimoli, si curano riattivandoli funzioni, organi e apparati profondi più o meno lontani dalle zone cutanee trattate. La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è un’assoluta eccellenza nell’ambito della medicina riflessologica e della medicina in genere; essa, infatti, propone e realizza una prassi terapeutica straordinariamente innovativa ed efficace in quanto non si basa su mappe cutanee precostituite ma sull’indicazione diretta del paziente.
La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è una terapia olistica, naturale, ecologica, economica, innocua e integrabile con altre discipline mediche come l’Omeopatia Omotossicologica, la Floriterapia di Bach, la Nutraceutica la Fitoterapia la Psicoprobiotica.
LA NEURORIFLESSOTERAPIA PERSONALIZZATA CURA ELETTIVA PER UNA STRATEGIA TERAPEUTICA DELLA DISFORMOFOBIA
La NeuroRiflessoTerapia personalizzata è una cura globale psico-somatica/somato-psichica. Ciò permette di operare una sorta di “psicoterapia” senza che il paziente se ne renda coscientemente conto attraverso i Punti Dolorosi Emozionali che sono la preziosa “incarnazione” cutanea e sottocutanea di tutto ciò che riguarda i nostri “disturbi” relativi agli aspetti esistenziali inconsci, preconsci e conosciuti.
Questo trattamento può, inoltre, essere validamente potenziato dalla prescrizione di alcuni Rimedi Floriterapici (come, a esempio, Larch, Gentian, White Chestnut) integratori nutrizionali a base di Alga Klamath e tramite mirate, congrue e tempestive tecniche di Counseling.
Il paziente venuto in terapia, richiedendo un intervento per il suo trascurabile o inesistente difetto fisico, non così verrà, così, rifiutato, truffato o consigliato inutilmente di intraprendere una psicoterapia, ma con un “assecondamento” usato a fin di bene inizierà una cura (la NeuroRiflessoTerapia Personalizzata) il cui vero obiettivo sarà quello di fargli elaborare inconsciamente, ma efficacemente, le origini della dismorfofobia. Ciò potrà condurre, gradualmente, il paziente a mettere in dubbio la realtà del suo “difetto fisico” e addirittura ad arrivare a decidere di iniziare un approfondito percorso psicoterapeutico.
N.B. Per usufruire di una spiegazione completa sulla NeuroRiflessoTerapia personalizzata si può consultare il sito www.neuroriflessoterapiaroma.it; per ricevere, inoltre, informazioni direttamente dal Dott. Michele Iannelli e parlare del proprio caso personale si può telefonare al 3386151031; lasciando un messaggio in segreteria telefonica si verrà ricontattati.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica, omeopata e floriterapeuta.
Esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata (Medicina Punti Dolorosi) e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it