Fiore di Bach Beech
Fagus sylvatica
Faggio
“Per coloro che sentono il bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda. Benché molto appare essere sbagliato,
per poter vedere il bene che cresce interiormente. Così da diventare più tolleranti, indulgenti e per comprendere le differenti vie imboccate da ogni individuo e da tutte le cose per la propria perfezione finale”
– Indicazione di Edward Bach
Beech, il fiore del faggio, è uno dei fiori degli alberi, scoperti da Bach nel 1935.
Nello stesso anno !935, completata la scoperta dei secondi diciannove rimedi, Bach distinse in sette gruppi i complessivi trentotto fiori.
Beech, insieme a Chicory, Vervain, Vine e Rock Water, forma il gruppo “Preoccupazione eccessiva per il benessere altrui”.
In effetti, ciò che accomuna questi rimedi non è un equilibrato prendersi cura dell’altro, occupandosene e rispettandone la natura, ma piuttosto un intervento sull’altro invadente, tagliente non rispettoso e non richiesto.
Beech è il fiore dell’intolleranza, della critica a quanto d’imperfetto percepisce del mondo.
Il suo atteggiamento svalutante allontana sé stesso dagli altri e gli altri da lui.
Caratteristiche della persona che si giova di Beech
Una grande difficoltà della persona che si giova del rimedio Beech è la condivisione empatica che viene interamente sostituita da giudizi logici che tengono il prossimo ed il mondo a distanza.
La rigidità, un senso di fastidio per gli altri, il desiderio di correggerli, testimoniano un tratto bloccato, fatto di freddezza emozionale e sentimentale e di una corazza compensatoria, costituitasi su una forte identificazione con un mondo esterno, tanto ideale nella sua perfezione quanto improbabile.
Beech vive nella frustrazione delle sue aspettative d’ordine, bontà e bellezza assolute.
Ciò che manca a Beech è l’accettazione della sua sensibilità, pronta ad accogliere le diversificate articolazioni del mondo, a cui ha dovuto rinunciare per nascondere una fragilità, vissuta come pericolosa.
In quella continua ricerca di compiutezza, Beech può sfociare nella superbia, come modo per alleviare/ribaltare una possibile antica sofferenza.
È la superbia di chi stabilisce autonomamente ed arbitrariamente una scala di valori, fuori della relazione con l’altro, la considera come unica possibile, e compromette, nell’inflessibilità della critica al diverso, la possibilità di un allargamento coscienziale.
Beech nella relazione terapeuta-paziente
L’atteggiamento iperrazionale, la prevalenza di giudizi aprioristici sullo scambio ed il confronto, le opinioni stabili, la critica per la distanza tra reale e ideale e la bassa soglia al fastidio, creano una barriera “disarmante” che può scoraggiare il terapeuta.
Il soggetto Beech non riesce a concepire che “altri” possano vedere il mondo in modo dissimile dal proprio, terapeuta compreso.
La tensione di Beech, la sua frequente intolleranza ai rumori, e ad altre fonti di potenziale disturbo, rendono il clima rigido, unidirezionato.
La possibilità di sciogliere la tensione del paziente risiederà nella capacità di accoglierlo in tutta la sua freddezza, arroganza e rigidità, per offrire una diversa prospettiva. Così la notevole sensibilità di Beech, nascosta e avvilita da un plumbeo ipercriticismo, potrà riaffiorare, non come un rischio da cui proteggersi, ma come mezzo di comprensione degli altri e come pienezza dell’essere.
Differenze e associazioni con altri rimedi
Mentre la critica di Beech è costrittiva e introversa, quella di Vervain è espansiva ed estroversa, in quanto il suo scopo è convincere, arruolare gli altri.
Inoltre mentre Beech tende a manifestare una rigidità strutturale, di “fissità” verso gli altri (che lo espone a patologie “sclerotizzanti”), Vervain appare rigido nel “movimento” verso gli altri.
Come Vine, Beech tende ad isolarsi nell’ assolutezza delle sue sentenze, ma, a differenza di Vine, che esercita il potere per il piacere di dominare, Beech, servendosi dei suoi severi giudizi, cerca di motivare il suo disappunto, pur rifiutando ogni interlocutorio.
Rock Water viceversa, che condivide con Beech la rigidezza mentale e comportamentale, tende ad autocostringersi ed a porsi come modello ideale.
Beech, come Chicory, è attento ad evidenziare ciò che nel mondo ritiene sbagliato, ma, a differenza di Chicory, non corregge o rettifica l’errore, ma critica, contesta, polemizza, astenendosi da intervenire fattivamente.
Beech, insieme a Willow, non ama il mondo che lo circonda.
Come Willow, colloca all’esterno l’origine della propria insoddisfazione e vi indirizza le proprie istanze negative, ma, a differenza di Willow, non colpevolizza il mondo, bensì si limita a criticarlo, a contestarlo.
A differenza di Willow, Beech non si autocommisera.
Anche Water Violet vive nell’isolamento, ma non possiede di Beech né l’ostilità, che traspare dai giudizi taglienti, né l’aggressività repressa.
Armonizzazione dello stato Beech
Accettare serenamente e profondamente le strade dell’altro, che non si identificano necessariamente con le proprie, non significa rinunciare alla possibilità di esprimere un dissenso sereno ed una critica costruttiva.
Su un piano più generale, Beech favorisce quell’ampliamento coscienziale che determina il rispetto dell’altrui libertà.
Ciò attraverso un’acquisita comprensione della non univocità, né unidirezionalità delle “vie imboccate da ogni individuo e da tutte le cose per raggiungere la perfezione finale”.
È questo rinnovato stato psicologico e mentale che consente di poter discernere ed apprezzare quanto di positivo cresce interiormente in sé e nelle esperienze effettuate dagli altri.
In altri termini, alla maschera difensiva presuntuosa, intollerante e incapace di benevolenza, legata a un auto limitativo velo occultante propri dolori e contraddizioni, si sostituisce progressivamente un sentimento di fusione con l’altro e con il mondo, che rende “tollerabili” le differenze e consente una comunicazione alla pari. Tale evoluzione si attua con maggiore rapidità e profondità se avviene nell’ambito di un corretto Counseling Floriterapeutico, a sua volta associato alla NeuroRiflessoTerapia personalizzata.
N.B. Per usufruire di una spiegazione completa sulla NeuroRiflessoTerapia personalizzata si può consultare il sito www.neuroriflessoterapiaroma.it; per ricevere, inoltre, informazioni direttamente dal Dott. Michele Iannelli e parlare del proprio caso personale si può telefonare al 3386151031; lasciando un messaggio in segreteria telefonica si verrà ricontattati.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
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