Fiore di Bach Vine
Vite
Vitis Vinifera
“Soggetti molto capaci, certi della propria abilità, fiduciosi di riuscire. Essendo così sicuri, essi pensano che sarebbe a beneficio degli altri se questi fossero indotti a fare le cose come essi stessi le fanno o come essi sono certi che sia giusto fare. Anche nella malattia essi dirigono chi li assiste. Possono essere assai preziosi durante un’emergenza.”
– Indicazione di Edward Bach
“L’autoritarismo è sempre degradante: degrada sia coloro che lo esercitano, sia coloro che lo subiscono.”
– Oscar Wilde
TITOLO PARAGRAFO
La vite è straordinariamente forte, i suoi tralci non risparmiano tronchi di piante vicine, ma strisciando come serpenti, li avvinghiano e costringono, proprio come il soggetto Vine fa nei confronti del prossimo su cui esercita il suo potere. Per modulare questo stato autoritario e rivolto verso la terra, Bach sceglie il piccolo e insignificante fiore di Vine, rivolto verso la luce, quando la pianta, prima della produzione dei grappoli d’uva che l’incurvano in basso, guarda verso l’alto. Il rimedio Vine converte l’autoritarismo in un autorevole servizio a favore degli altri. Esso fu inserito da Edward Bach alla fine del 1933. Egli reputò opportuno che i fiori per produrre tale rimedio provenissero da piante cresciute nel loro habitat naturale; perciò, istruì, in tal senso, alcuni amici residenti in Svizzera e in Italia. Vine fa parte del gruppo PREOCCUPAZIONE ECCESSIVA PER IL BENESSERE DEGLI ALTRI.
Caratteristiche della persona che si giova di Vine
Le persone che hanno bisogno di questo rimedio, sono “molto capaci, certi della propria abilità, fiduciosi di riuscire.” Ciò che li riguarda e li rende bisognosi di tale medicinale, è che essi, essendo “così sicuri”, tendono, in modo disfunzionale, a imporsi alle persone con le quali si rapportano. Ciò può sfociare nell’autoritarismo e/o nell’eccesso di ripetitività. Sono individui che tendono a esigere un modo di fare e di procedere nell’ambito di aspetti molto concreti: lo studiare, il lavorare, il guidare, il come progettare la propria vita, il come e che cosa acquistare, il come passare il tempo libero, il come fare le pulizie, il come cucinare, il come arredare casa, quali amicizie e amori scegliere etc. Sono soggetti che si possono caratterizzare per una postura del corpo che trasmette un‘idea di propensione all’attività, alla puntigliosità e alla comunicazione. Spesso sono verbosi fino a sfociare nella pedanteria che, se contraddetta, può assumere note più o meno marcate di aggressività e di intransigenza. Figure di questo tipo sono state qualche volta immortalate nel cinema. Un personaggio noto e citato nel cinema italiano, che presenta alcune caratteristiche in questo senso, è “Furio” interpretato da Carlo Verdone nel film “Bianco, Rosso e Verdone”: marito pedantissimo e straordinariamente ossessivo, viene abbandonato dalla moglie al termine di un esilarante e grottesco viaggio.
Vine nella relazione terapeuta-paziente
Il paziente bisognoso di Vine spesso riporta anche nella relazione con il medico le sue caratteristiche. Nei casi più estremi si rapporta volendo indirizzare, a volte fastidiosamente, l’iter terapeutico. È quello che ha difficoltà ad affidarsi a medico, si informa su libri e su internet, fornisce indicazioni e consigli non richiesti. Questo paziente tenderà, dunque, a sollecitare nel terapeuta sentimenti e relativi meccanismi di difesa contro-transferali che, necessariamente, dovranno essere percepiti ed elaborati. Ciò non solo impedirà di far assumere alla relazione connotati dannosi, ma sarà anche il viatico per utili riformulazioni che permetteranno di apportare importanti contributi per cambiare le modalità disfunzionali del paziente.
Differenze ed associazioni con altri rimedi
Vine va differenziato ed eventualmente associato con Impatiens che è opportuno per la difficoltà di essere pazienti con le persone lente; Vervain, relativo a principi e idee preconcette fermamente credute giuste e che cambiano ben raramente insieme a un desiderio di convertire. Beech, corrispondente al bisogno di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che circonda e alla conseguente intolleranza e mancanza di indulgenza. Poiché uno dei possibili retroterra, più o meno inconsci, che riguardano la persona che si giova di Vine, è l’insicurezza ed il relativo timore di perdere il controllo, in questo caso sarà utile Cherry Plum.
Armonizzazione dello stato Vine
È evidente che le persone a cui è opportuno prescrivere Vine sono certamente dotate di pregi. Queste qualità hanno, però, bisogno di liberarsi dal mal utilizzo che le mette al servizio di quelle strategie nevrotiche di sopravvivenza e di quei meccanismi che possono rendere la persona tediosa, autoritaria e sgradevole. Il paziente che versa nello stato Vine, dovrà intraprendere un percorso che positivizzerà le sue caratteristiche, nel senso dell’acquisizione di una maggiore capacità di trasformare l’autoritarismo in servizio. Egli, pur continuando a portare avanti con vigore e buona fede le sue indicazioni, potrà riuscire a diventare un individuo che propone un punto di vista, piuttosto un accanito patrocinatore della propria visione della realtà come l’unica veramente valida per tutti. Tale evoluzione si attua più facilmente nell’ambito di un Counseling Floriterapeutico, a sua volta associato alla NeuroRiflessoTerapia personalizzata.
Caso Clinico
Mario è un uomo di circa 35 anni; richiede una terapia perché vive una relazione molto tormentata con la compagna. Racconta infatti di un rapporto estremamente conflittuale che è sfociato anche in “scontri fisici”, che determinano in lui un fortissimo senso di colpa e di mortificazione. Mario si presenta come una persona dinamica, con ottime capacità di eloquio, ben vestito e curato e di aspetto decisamente gradevole. Svolge l’attività di gioielliere e, da quanto riferisce, gli viene riconosciuto un ottimo livello di professionalità.
Mario è il primo di 4 figli maschi, i suoi genitori sono viventi, tutta la famiglia, sia pure con attività diversificate e distinte, si è sempre occupata del settore della gioielleria. Sin da piccolo Mario si è posto come guida e modello dei fratelli; successivamente, a partire dall’adolescenza, anche degli amici. Lui è sempre quello più brillante, assennato, generoso, trainante, disponibile e giudizioso; quello che “sa come si fanno le cose e come funziona la vita”. Nel susseguirsi delle sedute terapeutiche, appare evidente che questo suo modo di essere, oltre a ricevere energia da sue indubbie qualità e vocazioni, è alimentato anche dall’insicurezza e dal corrispettivo bisogno di farsi accettare e di tenere il più possibile tutto sotto controllo.
Questa insicurezza viene collegata al senso di abbandono che deriva dal fatto che i genitori, impegnati dal lavoro e dagli altri figli, erano spesso costretti a lasciarlo in custodia ai nonni o in collegio. I suoi rapporti con l’attuale compagna sono particolarmente travagliati anche perché lei ha una spiccata tendenza a essere reattiva e permalosa nei suoi confronti e dunque mal sopporta la tendenza di Mario a essere quello che accudisce ma che, allo stesso tempo, da continue direttive.
Mario è rabbioso perché non riesce a capire come mai le sue attenzioni, consigli e disposizioni sono così disattese e mal digerite nonostante siano “assennate e a fin di bene”. Sono prescritti, in varie sequenze e combinazioni, i seguenti rimedi: Centaury, per la tendenza a essere eccessivamente servizievole con l’obiettivo inconscio di una “captatio benevolentiae”; Chicory, per la eccessiva tendenza a prendersi cura e a rettificare; Willow per l’amarezza di essere così mal ripagato e infine Vine, per il suo eccessivo dirigismo. Il paziente, grazie a una collocazione, contestualizzazione, significazione e spiegazione, del suo modo di essere riesce, con il tempo, pur mantenendo tutte le sue “buone vocazioni”, a smussare tutti le sue angolosità.
La sua ansia, derivante dal bisogno di essere accettato e di tenere tutto sotto controllo, diminuisce significativamente. Ciò si traduce anche in un deciso miglioramento dei rapporti con la compagna. Ciò rende talmente saldo questo rapporto al punto che dopo la decisione di coabitare, nasce una figlia.
N.B. Per usufruire di una spiegazione completa sulla NeuroRiflessoTerapia personalizzata si può consultare il sito www.neuroriflessoterapiaroma.it; per ricevere, inoltre, informazioni direttamente dal Dott. Michele Iannelli e parlare del proprio caso personale si può telefonare al 3386151031; lasciando un messaggio in segreteria telefonica si verrà ricontattati.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it