Attacco di panico
A ll’inizio di questa trattazione occorre fare delle importanti premesse concettuali.
In primo luogo è opportuno tener presente che i sintomi e i segni derivanti dalla sofferenza non sono nemici da sopprimere, ma segnali da accogliere, decifrare e comprendere; solo così potranno svanire, più o meno gradualmente, avendo espletato il loro compito e non sussistendo, quindi, più la loro ragione di essere.
Inoltre, è bene precisare che la parola malattia si riferisce a un concetto teorico, mentre la persona che soffre è una concreta realtà caratterizzata dalla sua unicità.
Quando si parla di attacco di panico ci si riferisce a un’astrazione costituita da una serie di segni e di sintomi che generalmente appaiono in un insieme più o meno variabile che viene denominato sindrome.
Se è vero che più persone presentano una sindrome simile definibile come attacco di panico, è ancor più vero che ognuna di queste persone ha una costituzione, una storia esistenziale, uno stato di salute complessivo, dei meccanismi etiopatogenetici peculiari e, di conseguenza, dei bisogni terapeutici specifici e necessariamente da personalizzare.
Per attacco di panico intendiamo una sindrome di natura prettamente psicologica e con una eziopatogenesi sostanzialmente psichica caratterizzata, però, da evidenti somatizzazioni.
Esso, infatti, si manifesta con una sintomatologia acuta e intensa a insorgenza generalmente improvvisa. I segni e i sintomi possono includere tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie, tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia; la persona prova intense sensazioni di paura, ansia, di perdita di controllo della situazione, di costrizione e di impotenza.
Per comprendere la differenza tra il panico e un attacco di panico è utile fare l’esempio di un viaggio in aereo. Nella malaugurata ipotesi che l’aero dovesse avere una, più o meno grave, avaria è quasi certo che tutti i passeggeri e il personale di bordo possano provare uno stato di panico. Se, invece, in una persona che sta viaggiando in aereo, in assenza di pericolo, a causa di una sensazione intima e soggettiva di perdita di controllo e/o di costrizione e/o di impotenza, insorge tutta o parte della suddetta sindrome, allora, vuol dire che siamo di fronte a un tipico attacco di panico.
Il susseguirsi di questi eventi legittima la diagnosi del cosiddetto disturbo da attacco di panico il quale è particolarmente penoso e invalidante e ha sempre delle radici profonde nell’inconscio del paziente.
Gli attacchi di panico sono, dunque, dei segnali potentissimi che l’organismo fornisce alla coscienza per segnalare delle importanti problematiche esistenziali. Gli attacchi di panico vanno, quindi, compresi, interpretati e non soppressi con interventi psicofarmacologici. Solo attraverso un percorso di Psicoterapia Olistica Umanistica che prevede l’ausilio di medicinali naturali, è possibile giungere, attraverso la consapevolezza e la cura dei disturbi somato-psichici, alla fonte del problema per ottenere una graduale ma radicale scomparsa della sintomatologia.
N.B. Si intende per segno un evento chiaramente percepibile dal medico: per esempio, nel caso dell’attacco di panico, il tremore è definibile come segno in quanto chiaramente visibile.
Si intende, invece, per sintomo una sensazione disturbante percepita dalla persona e non visibile dal medico: per esempio, nel caso dell’attacco di panico, è definibile sintomo una sentore intimo e soggettivo di perdita di controllo.
N.B. Invito il lettore che avesse bisogno di ulteriori chiarimenti e approfondimenti a consultare le altre voci del menù di questo sito cliccando sulle parole evidenziate in blu e/o consultando la voce FAQ Domande Ricorrenti.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica, omeopata e floriterapeuta.
Esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata (Medicina Punti Dolorosi) e Trainer di Camminata Metabolica.
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