Fiore di Bach Agrimony
Agrimonia Eupatoria
Agrimonia
“Le persone gioviali, piacevoli, spiritose che amano la pace e sono afflitte da discussioni e litigi, per evitare i quali acconsentono a concedere molto.
Sebbene generalmente abbiano problemi, siano inquieti e non inclini al riposo, tormentati nella mente o nel corpo, essi nascondono le loro preoccupazioni dietro il loro umorismo scherzoso e sono considerati come ottimi amici da frequentare.
Spesso abusano d’alcool o altre droghe per stimolarsi, aiutarsi e sopportare con buon umore le loro tribolazioni.“
– Indicazione di Edward Bach
“Vesti la giubba, la faccia infarina, la gente paga e rider vuole qua e se Arlecchin s’invola Colombina, ridi pagliaccio e ognun t’applaudirà. Tramuta in lazzi lo spasmo e il pianto, in una smorfia il singhiozzo e il dolor, ridi pagliaccio sul tuo amor infranto, ridi per quel che t’avvelena il cor!”
– Ruggero Leoncavallo, Ridi, pagliaccio (dall’opera Pagliacci)
Dopo la scoperta dei primi tre rimedi floreali, Mimulus, Impatiens, e Clematis, tra l’agosto e l’autunno del 1930, Nora Weeks riferisce che: “…egli spesso vagabondava intorno a Cromer alla ricerca di altri rimedi…fu durante questi vagabondaggi che scoprì sette delle piante da fiore che possedevano le particolari proprietà medicinali necessarie al suo nuovo metodo terapeutico…il primo fiore testato da Bach per le sue proprietà medicinali fu la gialla Agrimonia (Agrimony), un fiore selvatico così comune da passare inosservato pur essendo molto bello. Dunque Agrimony fu il primo fiore, della serie dei dodici guaritori, che Bach scoprì a Cromer, un piccolo villaggio di pescatori, sulla costa occidentale dell’Inghilterra, da lui tanto amato.
Agrimony è una pianta rosacea dai fiori giallo oro, raccolti su una spiga terminale.
Caratteristiche della persona che si giova di Agrimony
Agrimony è il primo rimedio del gruppo per l’ipersensibilità ad influenze ed idee.
È un soggetto sensibile, permeabile e vulnerabile.
È un amante della pace e, per evitare ogni disarmonia mondana, è disponibile ad ampie concessioni.
In tal senso, l’altra faccia di Agrimony, quella nascosta, non sociale, richiama alla mente l’espressione del volto, con occhi “costretti alla chiusura” e bocca “serrata” con cui Paul Klee si autoritrae per difendersi dalle brutture di ciò che lo circonda.
A differenza dell’autoritratto di Klee che non occulta il suo autentico vissuto, la giovialità e la gaiezza di Agrimony non sono altro che maschere che egli indossa ad esclusivo uso degli altri.
Tuttavia Agrimony mette la maschera sorridente di un clown, non tanto per fuorviare il mondo esterno, quanto per nascondere, in primis a sé stesso, la propria autenticità ed il proprio malessere.
Se questa difesa non è sufficiente, ecco allora l’abuso di droghe e/o comportamenti sostitutivi di ogni tipo, ”narcotizzanti”, socialmente ammessi o meno, lavoro con valenza di droga, incluso.
Comportamenti automatici “sostitutivi” possono essere ritenuti, nello stato Agrimony, anche manifestazioni corporee quali il bruxismo, la compulsività orale, l’onicofagia e tics vari.
Spesso la “compressione” di Agrimony si evidenzia come oppressione nella cassa toracica, come difficoltà a respirare.
Agrimony è un soggetto ipersensibile che cerca di sfuggire ad ogni tensione e che assume lo stereotipo del clown e delle celie.
Ciò per nascondere proprie emozioni e per evitare di entrare in contatto con problematiche o richieste intrusive ed indesiderate da parte degli altri.
Problemi e richieste che altrimenti potrebbero svelare il tormento interiore di Agrimony.
Agrimony nella relazione terapeuta-paziente
Il terapeuta, nel venire a contatto con Agrimony, ne avverte il falso sé, che svela quanto un soggetto, in quello stato, non accetti tutto quanto rappresenti la sua ombra.
La non autenticità del suo buon umore, del suo tentativo di minimizzare i conflitti e di ogni suo racconto, molto distante da una sincera narrazione di sé.
Il mascheramento di Agrimony può quindi indurlo a vestire il ruolo dell’investigatore che vuole smontare la “falsa costruzione”, implicita ed esplicita, con cui il paziente si presenta.
Ciò può progressivamente trasformare il terapeuta in un incalzante, quanto sterile, inquisitore.
Differenze ed associazioni con altri rimedi
L’ipersensibilità alle idee ed influenze degli altri porta difensivamente e volontariamente Agrimony a cedere e concedere per bisogno di pace, mentre il cedimento servile di Centaury esclude un atto di volontà e s’inscrive solo nella sua scarsa capacitò di autonomia e nel suo conformismo accondiscendente.
Walnut può essere sviato dal suo cammino dalla “forza” di opinioni e convinzioni altrui, rispetto alle quali non appare sufficientemente libero. Infine l’ipersensibilità che fa deviare Holly dipende dal permettere che i comportamenti degli altri vengano avvertiti, dentro di sé, come “vessazioni”.
In tale dinamica, gli altri scatenano la sua reattività rabbiosa che Holly manifestamente esprime, senza alcuna tendenza al mascheramento, tipico di Agrimony.
L’ansia e l’angoscia di Agrimony, che spesso cerca sollievo nella dipendenza da droghe, dalle più varie caratteristiche, non possono essere assimilate alla generica voce del “Disturbo Generalizzato d’Ansia” della nosografia psichiatrica.
Quella voce si limita infatti ad elencare un insieme di sintomi, ma non le loro relazioni, né tantomeno le individuali diversità della loro genesi.
L’ansia di Agrimony è specifica e la sua specificità si trova nella caratterizzazione emozionale, cognitiva e comportamentale che Bach fa del rimedio.
Così Agrimony, che pure si tormenta, manca della tendenza alla coazione ideativa angosciante di White Chestnut e, se ripete, ripete i comportamenti di tossicodipendenza che gli attenuano la sofferenza.
La personalità di Agrimony non è quella di un soggetto schivo, ma a differenza di altri rimedi estroversi, quali Vervain o Vine, non ha convincimenti o direttive da proporre agli altri.
Questo perché Agrimony non accetta la sua natura conflittuale e quindi non si accetta così come è.
Conseguentemente il suo rapporto con gli altri, svuotato di autenticità, non può che essere fatto di nascondimenti e superficiale intrattenimento.
Armonizzazione dello stato Agrimony
L’irrequietezza di Agrimony può sciogliersi solo nella pace.
Perché ciò sia possibile è necessario che il soggetto riconosca il suo malessere, il suo tormento, i conflitti che lo sostengono, accetti tutto ciò e lo integri nella propria personalità.
L’azione del fiore favorisce l’attenuazione dell’irrequietezza dell’anima e consente al suo mondo nascosto di emergere, con tutto il suo bagaglio di angoscia trattenuta.
Come il fegato rappresenta un sistema di detossicazione attraverso l’”unione” di sostanze, così Agrimony elimina le tossine dell’anima, inducendo avvicinamenti e nessi tra pensieri, emozioni e sentimenti, altrimenti repressi.
L’armonia di Agrimony coniuga finalmente la sensibilità con il riconoscimento e l’accettazione, avendo superato la necessità di ricorrere a rifiuti mascherati e mascheranti.
Ciò diventa possibile quando non si avverte più il bisogno di indossare armature protettive, nei confronti delle disarmonie dell’esperienza interiore e mondana.
Piuttosto le si ricomprende in una dimensione dell’anima ove il conflitto viene utilizzato e risolto, nella coesistenza sia del dolore che della gioia di vivere.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it