Fiore di Bach Scleranthus
Scleranto, Fioresecco
Scleranthus Annuus
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“Coloro che soffrono molto per essere incapaci di decidere fra due cose, sembrando prima giusta l’una e poi l’altra.
Sono soggetti abitualmente tranquilli e sopportano da soli le loro difficoltà, non essendo inclini a discuterne con altri”
– Indicazione di Edward Bach
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“Sei indeciso tra due cose? Due persone, due strade, due vite…? assegna testa e croce ad una monetina, e quando la lanci, pensa a quello che vuoi che esca… non importa il risultato, quello che volevi fare lo hai già capito mentre la moneta girava”
– Niccolò Di Paolo, scrittore
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Edward Bach trovò Scleranthus nei dintorni di Cromer (Norfolk) nel 1930.
Così riporta Nora Weeks: “…era ormai la fine di settembre, i giorni cominciavano ad abbreviarsi ed il sole aveva perso molto della sua forza. Bach pensò di avere ormai poche probabilità di trovare altri rimedi prima dell’inverno, ma un giorno, in un campo di stoppie di frumento, trovò, vicino a un mucchio di sacchi di granoturco, ammassati in previsione della semina primaverile, delle piccole piante di Scleranthus…”
Il termine Scleranthus, dal greco fioresecco, denota la preferenza della pianta per terreni aridi e la sua capacità di adattamento alla scarsa disponibilità d’acqua.
Caratteristiche della persona che si giova di Scleranthus
Come la pianta è così vicina al terreno, quasi appiattita al suolo, in modo analogo il soggetto Scleranthus è ripiegato su sé stesso e sulle sue indecisioni.
E’ un soggetto che, di fronte ad una scelta tra alternative, è profondamente indeciso, come se di fronte ad un bivio non sa quale strada imboccare. In qualche modo comincia a percorrerne una, ma ecco che gli sembra più giusta l’altra. Torna indietro, s’incammina nella nuova direzione, ma di nuovo l’incertezza: e se fosse stata corretta la prima?
E così di seguito.
Le alternative tendono a persistere all’infinito, alimentate dalla sua indecisione e la scelta diventa penosa: una vacanza al mare o in montagna? Una montagna alta o bassa? In Italia o all’estero? etc…
La sua mente si basa essenzialmente sul ragionamento e rifugge dall’intuito e l’immaginazione.
La logica gli soffoca la voce dell’ l’Anima.
Ne soffre perché, senza quell’ascolto interiore, ogni scelta risulterà inautentica e perdurerà l’impossibilità di uscire dal circolo vizioso.
Come la pianta, la persona Scleranthus manca d’orientamento definito e di certezza e si ancora alla propria riservatezza, soffrendo interiormente.
Al suo continuo oscillare decisionale, all’altalena di emozioni, sentimenti ed idee quali amore/odio, partecipazione/disinteresse, adesioni/rifiuti concettuali etc…spesso corrispondono sintomi fisici alternanti o fluttuanti, come la comparsa/scomparsa di un’eczema, di un emicrania, di un’acne etc.. con intervalli temporali più o meno lunghi.
Scleranthus nella relazione terapeuta – paziente
Il paziente Scleranthus ha un approccio analitico razionale che arriva a permeare il setting.
Egli vuole sapere, analizzare, ponderare etc.
L’incertezza del paziente ed il suo continuo oscillare tra alternative, ad es. tra l’utilizzare i rimedi floreali o proseguire con i farmaci allopatici, tra l’adesione alle proposte del terapeuta o il loro rifiuto, tra la scelta di un rimedio o di un altro rischia di coinvolgere il terapeuta in altrettante minuziose argomentazioni logico-formali, imbrigliando la sua capacità di ascolto.
Cogliere la difficoltà del paziente, la sua sofferenza nel non riuscire a superare i suoi ripetitivi dubbi e privilegiare un contatto empatico con il suo vissuto, che necessita dello spostamento nevrotico sull’alternanza decisionale, può viceversa aiutare ad uscire dal circolo vizioso.
Differenze e associazioni con altri rimedi
Il principale confronto si pone con Cerato.
Entrambi sono fiori sia sentimentali che comportamentali, rispetto alle decisioni da prendere.
Comportamento altalenante, ma autodeterminato di Scleranthus e comportamento inibito e richiestivo di consigli di Cerato.
Scleranthus è incerto nella scelta tra alternative, è un individuo che si lascia guidare dall’intelletto ed è riservato nella sua sofferenza.
Anche Cerato manca di un orientamento determinato, ma non possiede la struttura di Scleranthus, è difettivo nell’identità e la sua indecisione è ampia ed alimentata dalla sfiducia in sé stesso.
Cerato, fiore di una pianta decidua e dalla crescita disordinata a cespuglio cerca l’altro, per un bisogno di protezione, ma comunque con scarsa empatia: “…essi chiedono costantemente consigli agli altri e sono spesso fuorviati”.
Ciò che manca in Scleranthus è la stabilità, ciò che manca in Cerato è la conoscenza e la fiducia in sé.
L’incertezza di Gentian è legata allo scoraggiamento determinato dai piccoli ostacoli della vita quotidiana, quella di Gorse alla perdita di speranza, quella di Hornbeam ad un’ astenia mentale, quella di Wild Oat alla mancanza di una precisa vocazione nella vita: tutti tratti che non si ritrovano in Scleranthus.
Quando l’indecisione di Scleranthus deriva anche dall’assorbire negativamente influenze esterne e dal rimanervi vincolato, può essere opportuna l’associazione con Walnut che garantisce libertà dai vincoli. Talora, nei bambini, all’origine di una condizione Scleranthus, con note coattive, vi è l’interiorizzazione d’insicurezze circa le figure genitoriali, o comunque affettivamente significative, associata alla paura di perdere tali figure.
In tal caso Mimulus può agire sinergicamente.
Armonizzazione dello stato Scleranthus
Il fiore svolge una funzione stabilizzatrice. Attraverso un maggiore equilibrio diviene allora possibile, comprendere, selezionare e quindi decidere.
Discernere e prendere decisioni non solo sulla base di rigide analisi logico-razionali, ma dando spazio all’ascolto, all’intuito ed all’empatia con la propria voce interiore, quella della propria Anima, del proprio Sé Superiore.
Questo stato apre le porte alla determinazione ed alla costanza.
Le oscillazioni mentali e fisiche saranno risolte grazie ad un ampliamento del campo di coscienza.
Il fiore contribuisce, ove ci sia squilibrio, oscillazione, dubbio, indecisione a fornire stabilità.
Ciò consente, non solo attraverso la ragione, ma soprattutto attraverso l’intuito e la creatività a mettere a fuoco ciò che corrisponde al proprio vero Sé, senza interferenze o paure.
Il comportamento che ne deriverà, libero da quell’indecisione altalenante, consentirà finalmente di scegliere e di percorrere, senza dubbi riverberanti sulla decisione stessa, il proprio cammino.
Armonizzazione dello scleranthus
Il fiore svolge una funzione stabilizzatrice. Attraverso un maggiore equilibrio diviene allora possibile, comprendere, selezionare e quindi decidere.
Discernere e prendere decisioni non solo sulla base di rigide analisi logico-razionali, ma dando spazio all’ascolto, all’intuito ed all’empatia con la propria voce interiore, quella della propria Anima, del proprio Sé Superiore.
Questo stato apre le porte alla determinazione ed alla costanza.
Le oscillazioni mentali e fisiche saranno risolte grazie ad un ampliamento del campo di coscienza.
Il fiore contribuisce, ove ci sia squilibrio, oscillazione, dubbio, indecisione a fornire stabilità.
Ciò consente, non solo attraverso la ragione, ma soprattutto attraverso l’intuito e la creatività a mettere a fuoco ciò che corrisponde al proprio vero Sé, senza interferenze o paure.
Il comportamento che ne deriverà, libero da quell’indecisione altalenante, consentirà finalmente di scegliere e di percorrere, senza dubbi riverberanti sulla decisione stessa, il proprio cammino.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it