Il così detto mal di testa è un disturbo oltremodo diffuso; tale dizione racchiude in sé una poderosa complessità e una realtà assai multiforme.
Esso è uno stato patologico caratterizzato da una notevole sofferenza che, in molti casi, determina condizioni estremamente invalidanti e penose che causano altissimi costi individuali e sociali.
Il mal di testa è talmente pervasivo che è in grado di colpire, sia pure, spesso in maniera saltuaria, ben il 90% della popolazione. In Italia 25 milioni le persone ne patiscono in modo rilevante; nell’ambito di queste sofferenze si può arrivare a punte estreme di afflizione come nel caso della cefalea a grappolo che è anche, drammaticamente, denominata cefalea del suicidio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il mal di testa ai primi posti in un elenco che racchiude le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e 45 anni. E’ evidente che il mal di testa (in virtù di questi grandi numeri, della sofferenza e del mal-essere che lo contraddistingue, della estrema molteplicità della sue forme e delle sue cause) è una patologia che dovrebbe impegnare con serietà e con spirito di collaborazione tutti gli operatori della salute e della sanità: medici di base, medici specialisti, farmacisti, fisioterapisti, ricercatori, amministratori e dirigenti dei servizi sanitari etc; non sempre, però, è offerta la giusta e competente dedizione e profuso l’adeguato impegno verso questa gigantesca piaga che colpisce cosi tante persone; anzi, paradossalmente, la questione, data anche la sua vastità e complessità, si può prestare a essere oggetto di sottovalutazione, di pressapochismo e, in alcuni casi, di losche speculazioni.
Esso è uno stato patologico caratterizzato da una notevole sofferenza che, in molti casi, determina condizioni estremamente invalidanti e penose che causano altissimi costi individuali e sociali.
Il mal di testa è talmente pervasivo che è in grado di colpire, sia pure, spesso in maniera saltuaria, ben il 90% della popolazione. In Italia 25 milioni le persone ne patiscono in modo rilevante; nell’ambito di queste sofferenze si può arrivare a punte estreme di afflizione come nel caso della cefalea a grappolo che è anche, drammaticamente, denominata cefalea del suicidio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il mal di testa ai primi posti in un elenco che racchiude le 20 patologie più invalidanti per le donne tra i 15 e 45 anni. E’ evidente che il mal di testa (in virtù di questi grandi numeri, della sofferenza e del mal-essere che lo contraddistingue, della estrema molteplicità della sue forme e delle sue cause) è una patologia che dovrebbe impegnare con serietà e con spirito di collaborazione tutti gli operatori della salute e della sanità: medici di base, medici specialisti, farmacisti, fisioterapisti, ricercatori, amministratori e dirigenti dei servizi sanitari etc; non sempre, però, è offerta la giusta e competente dedizione e profuso l’adeguato impegno verso questa gigantesca piaga che colpisce cosi tante persone; anzi, paradossalmente, la questione, data anche la sua vastità e complessità, si può prestare a essere oggetto di sottovalutazione, di pressapochismo e, in alcuni casi, di losche speculazioni.
© Photo George Cruikshank “Il Mal di testa”
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
Via Pozzuoli 7 Studio interno b3 - 00182 ROMA (Metro San Giovanni) - Telefono 3386151031 Email: olopsi@libero.it
MAL DI TESTA: QUESTIONE SANITARIA E SOCIALE
ultima modifica: 2019-05-17T12:35:50+02:00
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