FAMIGLIA E SCUOLA: FUCINA DEL SAPER ESSERE

“Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore…Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia..”

– Tratto dalla lettera aperta, che lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet indirizza a una
immaginaria “bambina che sta per nascere”.

La scuola istituzione da valorizzare

L’istituzione scolastica ha l’importante compito di completare e arricchire (senza sostituirla) l’opera educativa dei genitori e della famiglia, di svolgere un compito formativo e di promuovere i processi di socializzazione del bambino. La scuola, come d’altronde la famiglia, pertanto, deve impegnarsi a trovare un autorevole e coerente equilibrio cercando di evitare oscillazioni bipolari tra autoritarismo repressivo e anarchia falsamente libertaria.

Schola, magistra vitae

Educare deriva dal latino “educere”, cioè aiutare maieuticamente l’altro a tirar fuori, a evocare, a stimolare la scoperta delle proprie vocazioni, a catalizzare un percorso di realizzazione di se stessi; vuol dire, dunque, attivare un percorso radicalmente diverso e antitetico al nocivo inculcare e conculcare nozioni e dogmi.

Formare vuol dire fornire strumenti di ricerca, aiutare a dare forma e concretezza alla propria creatività, spazio e tempo alle emozioni ed alle questioni esistenziali e sociali. Formare vuol dire, dunque, non solo insegnare a sapere e a saper fare ma, soprattutto a saper essere.

Mi piace citare infine, a questo proposito, le parole di denuncia del cantautore bolognese Luca Carboni che, in una canzone (Silvia lo sai) che riguarda avvenimenti della sua adolescenza, fa una dolente constatazione: “…i professori non chiedevano mai se eravamo felici…”.