Depressione e cura
Introduzione
Quando si parla di depressione, ci si riferisce a un’astrazione costituita da una serie di segni e di sintomi che generalmente appaiono in un insieme più o meno variabile che viene denominato sindrome depressiva.
Se è vero che più persone presentano una sindrome simile definibile come depressione, è ancor più vero che ognuna di queste persone ha una costituzione, una storia esistenziale, uno stato di salute complessivo, dei meccanismi etiopatogenetici peculiari e, di conseguenza, dei bisogni terapeutici specifici e, necessariamente, da personalizzare.
Concetti utili per la cura della depressione
Oltre all’opportunità assoluta di una personalizzazione della terapia elenchiamo ulteriori punti fermi dai quali non si può prescindere.
A) La tristezza, lo scoraggiamento, l’apatia, la commozione, la disperazione, l’angoscia, l’astenia etc sono sentimenti e stati d’animo che fanno parte della nostra fisiologia psico-fisica e provarli, temporaneamente in momenti critici, non vuol dire essere depressi nel senso proprio del termine.
B) Generalmente si rilevano varie tipologie di depressione:
- la depressione reattiva, quella in cui è presente un evento esterno scatenante come, per esempio, un licenziamento,
- la depressione endogena in cui non è possibile individuare una causa apparente,
- la depressione post-partum che consiste nel palesarsi di un forte stato depressivo della puerpera che compare entro un mese dopo il parto e che si prolunga per un lungo tempo,
- il disturbo distimico, che comporta sintomi meno gravi ma durevoli nel tempo,
- il disturbo affettivo stagionale in cui lo stato depressivo insorge e/o si accentua durante i mesi invernali, in concomitanza di giornate fredde, corte e piovose,
- il disturbo bipolare in cui le fasi depressive si alternano a fasi di euforia.
C) Al di là delle classificazioni, la depressione si manifesta con una combinazione di segni e sintomi che interferiscono, più o meno gravemente con la capacità di lavorare, di studiare, di prendersi cura di sé e degli altri, di partecipare a e di trarre beneficio da eventi piacevoli. Una sindrome depressiva può verificarsi una o più volte nella vita.
I segni e i sintomi, di seguito riportati, sono quelli più comunemente presenti nelle varie tipologie depressive; essi devono essere persistenti affinché possano essere considerati come indicatori di una vera sindrome depressiva.
La persona depressa può sperimentare e/o presentare solo alcuni o molti di questi sintomi e segni i quali possono anche mutare la loro intensità e/o variare nel tempo.
La persona può mostrare facies triste e/o ansiosa, eloquio ridotto e incerto, rallentamento psico-motorio, disturbi del comportamento alimentare; può provare una intensa tristezza e un forte pessimismo, una sensazione di vuoto, irritabilità, ansia, irrequietezza, sentimenti di auto disistima, inutilità o impotenza, perdita di interesse e di piacere per qualunque attività, calo e/o perdita del desiderio sessuale, astenia; può pensare costantemente alla morte, al suicidio e a altre eventualità funeste. Possono insorgere disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, somatizzazioni persistenti come, a esempio, il mal di testa e disturbi a carico del sistema digestivo.
Le cause della depressione
Nel caso delle varie forme di depressione, dunque, come per tutte le patologie complesse, occorre avere ben chiaro che l’origine del malessere è multifattoriale. In primo luogo, bisogna aver presenti le criticità esistenziale e relazionali che, a volte, covano da lungo tempo; vanno presi in attenta considerazione anche aspetti ambientali, predisposizioni genetiche e costituzionali, stili di vita e di alimentazione ed eventuali abusi di alcol, di sostanze stupefacenti e farmacologiche.
Perché depressione fa rima con repressione?
Ai fini di una più accurata comprensione e cura del “paziente depresso” è opportuno mettere la lente di ingrandimento sul concetto di repressione.
In quest’articolo, non ci si riferisce solo alla repressione intesa come meccanismo di difesa psichica inconscia che respinge e mette fuori dalla portata della consapevolezza rappresentazioni psichiche ritenute inaccettabili (pulsioni aggressive, sessuali ed edipiche), ma a qualcosa di più globale e complesso.
Innanzitutto chiediamoci chi, cosa, perché e come viene represso.
Chi e cosa viene represso?
Viene represso l’essere umano nella sua interezza; è represso il suo stesso nucleo più sano, genuino e fecondo di sé, quello che Edward Bach, medico gallese e fondatore della Floriterapia, denominava Vero Sé; è represso e disattivano l’Inconscio Superiore, cioè quell’insieme di qualità positive e risorse ipotizzate dallo psichiatra Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi. Sono repressi, dunque, gli aspetti più vitali, autentici, solari e creativi della persona.
Perché e come avviene la repressione?
Se il processo evolutivo del bambino si è svolto in un clima “emotivo” sufficientemente buono, caratterizzato cioè da relazioni basate su condivisione, intesa, sintonizzazione e riconoscimento di identità; se in altri termini si è creato un clima “emotivo” in cui è presente empatia, accettazione, rispetto, coerenza di messaggi e amore, possiamo affermare che ci saranno molte probabilità che la persona possa entrare in un buon processo dialettico con se stessa e con i referenti esterni. Ciò sarà foriero di ottime possibilità evolutive che si sostanzieranno in uno stato di benessere. Al contrario, se tutto ciò non avviene o avviene parzialmente, il soggetto sarà costretto a mettere in atto, a partire da quelle che sono le sue ferite e angosce una serie di adattamenti e reazioni inconsce.
Sono questi, in buona sostanza, i fattori che generano una interazione disfunzionale con la realtà (interiore ed esteriore). Maggiore è l’influsso di questi elementi inconsci sulla nostra vita e maggiore sarà l’alterazione esistenziale; essa darà segno di sé attraverso vissuti, condotte e stili connotati da rigidità, automatismo, disistima, ansia, conflittualità, schematismo, eccessiva tensione, auto ed etero castrazione, conformismo, smarrimento di valori e senso dell’esistenza, tristezza, dogmatismo, senso di colpa, stasi, rinuncia e chiusura autarchica. Si attua, in sintesi, una coazione a ripetere, in tutte le occasioni significative, di una sorta di copione sempre insoddisfacente.
Un ruolo molto importante nella determinazione della salute o del malessere è svolto dalle funzionalità o disfunzionalità della famiglia, della scuola, dei posti di lavoro, dei luoghi di svago e delle località di residenza.
Cura della depressione e della repressione
Occorre, quindi, a tale complessità e profondità patologica rispondere con altrettanta complessità e completezza terapeutica. È indispensabile, come già detto, personalizzare la cura e intervenire globalmente su i vari fattori che hanno determinato lo stato di sofferenza.
La Psicoterapia che attuo può essere definita Olistica poiché le persone sono da me considerate una irripetibile individualità e una inscindibile globalità emozionale, esistenziale, sociale, somatica, bioenergetica e biochimica.
Attraverso specifiche prassi, tecniche e contesti (setting), la Psicoterapia Umanistica Olistica restituisce, in primo luogo, alla coscienza della persona in cura gli elementi complessi e inconsci che la penalizzano. È molto rilevante sottolineare che il prevalere di elementi destabilizzanti apporta un disordine generalizzato e progressivo nel sistema Psico-Neuro-Endocrino-Immunologico e nella struttura ossea, muscolare e articolare. Il sistema tende così ad auto intossicarsi, a essere particolarmente permeabile alle tossine provenienti dall’esterno, a indebolire le sue difese immunitarie, a impoverirsi di elementi nutrizionali, a ossidarsi, ad acidificarsi e a distorcersi da un punto di vista strutturale e posturale.
Occorre, perciò, tener presente che le direzioni che portano al malessere o viceversa alla salute sono, certamente e in primo luogo psico-somatiche, ma anche somato-psichiche.
A partire dagli assunti metodologici illustrati e avendo, in quanto medico, arricchisco e rendo veramente olistica la psicoterapia della persona depressa con la prescrizione, ove necessaria, di rimedi naturali. La Floriterapia di Bach, l’Omeopatia Omotossicologica, la Nutraceutica, la Psicoprobiotica e la Fitoterapia mi permettono di offrire al paziente l’attuazione di una forte sinergia che produce da subito i seguenti reali benefici: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Tutto ciò rafforza, velocizza e completa il percorso di consapevolezza che, come abbiamo già visto, è alla base del depotenziamento dei fattori destabilizzanti e dell’attivazione di dinamiche virtuose e benefiche.
Conclusione
- Depressione fa rima con repressione perché allo stesso tempo è causata da essa e ne è, a sua volta, la causa.
- Depressione fa rima con repressione perché devono essere curate entrambe.
- Depressione fa rima con repressione perché se si sana l’una, si sana l’altra e viceversa.
DOTT. MICHELE IANNELLI
Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Esperto in Neuroriflessoterapia Personalizzata (Medicina Punti Dolorosi), Psicoterapeuta, Omeopata, Floriterapeuta e Trainer di Camminata Metabolica.
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