Capacità umane del medico ed efficacia della terapia
“Quando la persona giusta usa mezzi sbagliati questi agiscono in modo giusto; quando la persona sbagliata usa mezzi giusti, questi agiscono in modo sbagliato”
Proverbio cinese
Il “lavoro” psicoterapeutico e il counseling olistico umanistico sono una sorta di laboratorio in cui è auspicabile che la persona in difficoltà e il professionista operino con uno spirito di collaborazione e alleanza terapeutica.
I risultati di alcuni studi su questo argomento hanno rivelato aspetti molto interessanti: in buona sostanza si è visto che il livello di alleanza terapeutica e, qundi, l’efficacia degli interventi psicoterapeutici non è, del tutto, correlabile con le correnti teoriche di appartenenza e di ispirazione del medico; sono bensì le capacità e abilità umane e relazionali del singolo operatore che appaiono la carta vincente al di là, quindi, degli ambiti teorici a cui egli aderisce .
A ciò possiamo aggiungere qualcosa di molto simile che riguarda la medicina di base: la constatazione che anche in questo caso il successo professionale non è strettamente e solamente correlato al livello di preparazione tecnico culturale ma, soprattutto. alle capacità umane e relazionali del medico stesso.
Sapere, saper fare e, soprattutto, saper essere.
Il buon medico psicoterapeuta e/o counselor (ma possiamo estendere il concetto a tutti coloro che operano nell’ambito della salute) è opportuno che sia caratterizzato da tre requisiti fondamentali: il sapere, il saper fare e il saper essere. E’ bene che questi tre elementi siano ben armonizzati tra loro, agiscano in sinergia, siano equamente sviluppati e costituiscano, quindi, una sorta di efficace e specifico ”melange”.
La prima componente, cioè il sapere, fa riferimento all’ambito cognitivo quindi alla necessità di acquisire tutte le informazioni culturali e tecniche che rappresentano la base e il punto di riferimento di ogni capacità operativa.
Una profonda conoscenza non può essere, però, disgiunta da qualità umane che riguardano il mondo esistenziale ed emozionale dell’operatore cioè il saper essere. E’ importante che il terapeuta abbia sviluppato in sé reali capacità di accettazione dell’altro, di accettazione se stesso, di empatia, pazienza, rispetto della soggettività e dei tempi altrui, tolleranza, creatività, flessibilità, autoconoscenza e autoconsapevolezza, sicurezza in sé stesso, ottimismo e fiducia.
Tutte queste qualità positive possono svilupparsi grazie alle esperienze della vita e ai percorsi di auto consapevolezza. Non a caso le serie e riconosciute Scuole di Psicoterapia e/o Counseling prevedono per l’allievo, oltre ai corsi teorici, un’obbligatoria psicoterapia personale.
Le qualità umane sopracitate sono indispensabili affinché il sapere non sia un ulteriore meccanismo di difesa, di distanziamento e di compensazione ma che, coniugandosi con il saper essere, si traduca nel terzo e decisivo requisito: il saper fare.
Un serio professionista dovrà continuare a curare la sua persona per tutta la vita; per cui più che mai vale la asserzione “medice, cura te ipsum”, alla quale dedicherò un prossimo articolo.
Dott. Michele Iannelli